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NUTRIZIONE, ESTRATTO ACQUOSO, FERTIRRIGAZIONE
L'analisi dell'estratto acquoso del substato di coltivazione, è un valido strumento di indagine per conoscere la composizione della soluzione del suolo; essa fornisce indicazioni utili sia sotto l'aspetto nutrizionale che per evidenziare eventuali situazioni di rischio di tossicità dovuti a concentrazioni anche poco elevate di alcuni ioni (es. borati, manganese, alluminio nelle forme solubili).
Di quest'ultimo aspetto si parlerà in altra sede.
Relativamente all'aspetto nutrizionale e alla gestione della fertirrigazione l'analisi dell'estratto acquoso è uno strumento di monitoraggio e controllo molto valido se i dati ottenuti sono correttamente interpretati. L'interpretazione non corretta può però essere fuorviante.

ANALISI DELL'ESTRATTO ACQUOSO
L'estratto acquoso si ottieno mescolando acqua e substrato in rapporti ben determinati. L'analisi può interessare l'estratto di pasta satura (terreno, meno frequentemente altri substrati), oppure, più frequentemente, l'estratto acquoso ottenuto da un miscuglio tra substrato (sia suolo agrario che altri substrati) e acqua in rapporto volume/volume 1:2 oppure, 1:5 (quest'ultimo soprattutto per i substrati torbosi).
colture floricole in serra: calla
Nell'estratto così ottenuto oltre alla conducibilità elettrica, solitamente si determinano cloruri, carbonati, bicarbonati, azoto, fosfati, potassio, magnesio, calcio e sodio solubili, presenti in forma ionica. La soluzione del suolo può contenere anche molecole e chelati.

ESTRATTO ACQUOSO E FERTIRRIGAZIONE
Questo tipo di analisi è utilizzato da oltre 20 anni, dapprima limitatamente alle colture ornamentali in vaso e floricole, successivamente anche per le orticole, per monitorare, sotto l'aspetto nutrizionale, il substrato delle coltivazioni in serra.
Anche nelle colture di pieno campo, orticole e frutticole, laddove siano applicati correttamente i criteri della fertirrigazione, l'analisi dell'estratto acquoso costituisce un valido strumento di monitoraggio della immediata disponibilità di nutrienti.
Tuttavia, quando si vogliono esportare al pieno campo, dove il substrato si identifica con il terreno agrario, le tecniche messe a punto per i substrati utilizzati in serra, sono necessarie alcune considerazioni.
l'analisi dell'estratto acquoso è utilizzato per monitorare l'efficacia della fertirrigazione anche nei fruttiferiLa gestione della fertirrigazione secondo criteri di razionalità, di sostenibilità e di economicità , non può prescindere dagli effetti della tecnica adottata sia sui livelli qualitativi e quantitativi delle produzioni che sui livelli di fertilità del suolo altrimenti, la fertirrigazione diventa inefficace.

L'interpretazione dei dati analitici degli estratti acquosi non può prescindere da una preliminare analisi del suolo.
L'analisi dell'estratto acquoso si limita a "fotografare" in un determinato momento e in certe condizioni, la composizione della soluzione circolante del suolo ma, per individuare le cause della condizione rilevata e per intervenire adeguatamente, è indispensabile l'analisi del terreno. E' questa analisi a fornire elementi utili per capire i meccanismi che influenzeranno la composizione dell'estratto acquoso.
La composizione della soluzione del suolo non deriva dal semplice bilancio tra somministrazione di nutrienti e asportazione da parte delle piante ma dipende fortemente dalla dinamica dei nutrienti nel suolo ossia dai rapporti tra i diversi ioni e tra le diverse forme dello stesso elemento (adsorbimento, scambio , solubilizzazione, precipitazione, umificazione, mineralizzazione, ecc).
Le conseguenze sotto l'aspetto operativo sono diverse.
Bassi livelli di un elemento nell'estratto acquoso non si correggono automaticamente incrementandone l'apporto (sarebbe a dir poco "ingenuo" pensarlo), bisogna invece distinguere nei diversi casi. Per esempio, se dall'analisi dell'estratto acquoso risultassero bassi i livelli di magnesio, potrebbe verificarsi che l'ulteriore apporto di questo elemento non ne determini l'aumento di disponibilità per la coltura. Esso infatti potrebbe essere adsorbito dagli scambiatori del suolo dove, per effetto del doppio scambio, andrebbe a sostituire altri elementi (es. potassio) e sarebbero questi ultimi a ritrovarsi in soluzione.
Il nostro intervento in tal caso avrebbe un effetto completamente diverso da quello atteso.
In un caso simile, per intervenire efficacemente è necessario conoscere la tessitura, la capacità di scambio, i rapporti percentuali tra le basi di scambio, ecc., tutti parametri desumibili dall'analisi del suolo.
D'altro canto, sempre a titolo esemplificativo, possono verificarsi situazioni per cui l'equilibrio tra le diverse forme di un nutriente può essere favorevolmente spostato non dall'apporto del nutriente stesso (che potrebbe risultare inutilmente costoso ed avere impatto negativo sull'ambiente) ma agendo su altre caratteristiche del suolo. Per esempio la variazione del pH può rendere solubili alcune forme di fosforo.
Il dato analitico andrà poi interpretato tenendo conto anche della fisiologia delle piante (intensità della traspirazione, intensità luminosa e fotosintesi, fotoperiodo, fase fenologica, ecc).
Luisa M. Ruggieri

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